Trascorrere qualche ora al Museo delle Grigne di Esino Lario significa ripercorrere la storia del territorio esinese, ma anche scoprire i grandi eventi geologici che hanno reso abitabile il nostro pianeta.
Le scogliere calcareo-dolomitiche delle Grigne e le loro propaggini hanno infatti rivelato una straordinaria ricchezza di molluschi di ogni dimensione, attrazione sin dal secolo scorso per scienziati e paleontologi provenienti da tutto il mondo. Composta da reperti archeologici, fossili, pietre locali, esemplari della fauna e della flora del territorio, oggetti etnografici che testimoniano la diversa origine dei due nuclei abitativi di Esino Lario (“Crès” di origine celtica e “Piasch” di origine romana), la collezione del museo conserva il più antico segno della presenza dell’uomo sulle pendici delle Grigne: una freccia di selce eneolitica rinvenuta nella rocca di Baiedo, probabilmente originaria del Caucaso e giunta sino a noi con le migrazioni delle tribù predatrici che si mantenevano in alta quota sulle valli paludose. Se dunque nella sala dell’archeologo sono visibili una tomba celtica, un corredo funebre di provenienza romana, armi, monili e monete, nella sala dedicata agli attrezzi di vita quotidiana si possono osservare alcuni strumenti di lavoro utilizzati sino ai primi decenni del Novecento, ovvero oggetti legati all’agricoltura e all’allevamento, alla produzione di burro e formaggio, alla filatura della canapa e alla tessitura della lana. Ma anche una ricostruzione del tradizionale “Casel”, tipica struttura montana che permette di comprendere come si svolgeva la vita in una baita sui maggenghi, le sedi di alpeggio in alta quota utilizzate durante la stagione estiva. www.museodellegrigne.it