Con fisionomia museale rara, forse unica, i 3 Tetti di Sirtori non si presentano come rassegna di opere, ma come articolatissima opera complessiva dentro la quale si cammina. Arte del paesaggio, arte della luce, architettura, scultura, pittura, design si intrecciano senza confini con la poesia e la musica fino alla spazializzazione dei suoni, costruendo un unicum polisemico, dove il vero protagonista è il metalinguaggio che le unisce.
Il museo si apre al tramonto, quando sulle ombre della sera le "sculture luminose" cominciano a ritagliare il paesaggio notturno che Giorgio Riva ha ideato per questo dosso del parco di Montevecchia: a quell'ora i 3 Tetti si affacciano come una balconata sul brulichio scintillante delle città di fondovalle. Le luci di Milano, le stelle e, quando c'è, la luna fanno parte del componimento. Ma vi concorrono anche i suoni: versi di Dante, di Omero e del Pierrot di Schoenberg, oppure voci, note e rumori con cui l'autore traccia, tra le fronde dei boschi, traiettorie acustiche in una pienezza avvolgente di sollecitazioni multisensoriali e sinestesiche. Il museo è un'opera concepita come trama di percorsi, ciascuno dei quali è costellato di segni, forme, simboli che la mano dell'artista ha decostruito e sottratto ai codici e ai significati abituali, per svelare altri possibili anelli d'interconnessione. E li ricompone infatti in un universo straniante e metamorfico dove gli spazi, le figure geometriche, le lettere dell'alfabeto, e perfino i segni d'interpunzione, si presentano e s'intrecciano come fossero personaggi creati per un'immediata fruizione di tutti i sensi, come a teatro. La magia del luogo consiste proprio nel proporre con purezza di forme e bellezza di immagini un approccio semplice, quasi intuitivo, anche alle sintassi e alle concezioni spaziali più complesse. Edi Minguzzi, presidente designato del costituendo museo, così compendia l'ispirazione che dà vita ai 3 Tetti: "All'occhio dell'artista il mondo rivela, insieme agli eventi, il loro principio, insieme alle parole, la loro matrice. In questo sta la concezione dell'arte di Giorgio Riva: inventare spazi fantastici nel linguaggio universale della metamorfosi e della polisemia". Il progetto architettonico dei Tre Tetti risale al 1969, le prime sculture e la siepe a catenaria sono degli anni '90, la prima mostra di Sculture luminose è del 2005, dal 2012 mostre e concerti si susseguono ogni estate. L'architettura mobile del Teatrino dell'Erba Maderna risale al 2014.