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Museo Civico di Storia Naturale "M. Ambrosioni"

Il Museo di storia naturale di Merate è stato inizialmente concepito come supporto didattico per le scuole del territorio. Il criterio seguito nella costruzione dei percorsi di visita è quello descrittivo. Ogni espositore è corredato da pannelli esplicativi che aiutano il visitatore nell'individuazione delle caratteristiche del materiale esposto.
Ogni reperto naturalistico o storico consente e richiede le più diverse forme di approccio, di lettura e di interpretazione permettendo un utilizzo anche ludico del contesto e dei materiali presenti. Stimolare la curiosità intellettuale e allo stesso offrire un apprendimento non nozionistico è la missione del Museo.

Il Museo propone visite guidate e laboratori a gruppi di scolaresche, che concordano la tematica degli incontri con gli insegnanti. Ogni anno vengono presentate alle scuole di Merate le proposte didattiche legate sia al patrimonio scientifico-naturalistico del territorio, sia alle collezioni più significative esposte nelle teche.

L'attività didattica museale viene periodicamente garantita da esperti di scienze naturali che progettano programmi, percorsi didattici e attività laboratoriali, rivolte soprattutto a gruppi di bambini, e gestiscono servizi di accoglienza e assistenza dei visitatori durante l'intero percorso di visita. I laboratori scientifico-didattici sono impostati al fine di rendere più accessibili e comprensibili le collezioni, le raccolte e, in generale, ogni tipo di esposizione culturale.
Tutti i laboratori sono su prenotazione e a ingresso gratuito. E' disponibile alla consultazione il patrimonio librario antico che conta circa 400 volumi.


Museo delle Grigne 

Trascorrere qualche ora a visitare il piccolo museo delle Grigne di Esino Lario permette attraverso una raccolta di oggetti locali di percorrere la storia del nostro mondo, dai grandi eventi geologici che lo resero abitabile al faticoso insediamento dell'uomo con le sue sofferenze, le sue fatiche ma anche i suoi momenti felici e le sue aspirazioni. La collezione comprende reperti archeologici, una raccolta paleontologica dei fossili del calcare di Esino, raccolte di pietre locali, oggetti etnografici, animali ambientati nel loro habitat, flora locale, memorie e documenti relativi alla storia e al folclore. Vi sono in particolare fossili del periodo triassico mediano rinvenuti nella conca di Esino Lario, studiati dall'abate Antonio Stoppani e classificati dall'Istituto di Geologia dell'Università di Milano e una freccia di selce eneolitica rinvenuta nella Rocca di Baiedo, il primo segno della presenza dell'uomo sulle pendici della Grigna.

Minerali e Fossili
Il territorio della Grigna è da sempre noto per i minerali e i fossili che hanno reso famoso il nome di Esino e hanno richiamato nel secolo scorso scienziati di tutto il mondo. Le scogliere calcareo-dolomitiche delle Grigne e delle loro propaggini hanno rivelato una straordinaria ricchezza di molluschi di ogni dimensione. L'Abate Stoppani descrisse nell'Ottocento oltre 200 diverse forme nella sua classica monografia Les petrifications d'Esino: spongiarini, polipi, crinoidi, brachiopodi, lamellibranchi, gasteropodi e cefalopodi. In seguito altri geologi hanno studiato la fauna fossile dei nostri monti producendo una ricca letteratura in proposito. Oggi si ritiene che le specie siano oltre 250.

Zone fitoclimatiche e fauna del Lago di Como e delle Grigne
Gli animali ambientati nel loro habitat, gli esemplari della vegetazione locale, la collezione di farfalle italiane donate da Dr. Paolo Boncompagni e i pannelli esplicativi sulle zone fitoclimatiche offrono nelle sale del museo una panoramica della flora e della fauna del territorio.

La presenza dell'uomo nel territorio di Esino Lario
La stanza archeologica comprende alcuni dei reperti rinvenuti nel territorio della Val d'Esino: una tomba celtica (rinvenuta a Esino Superiore o Crès); il corredo funebre di una tomba romana (rinvenuta a Esino Inferiore o Psciach), armi ed attrezzi di vita quotidiana; monili e monete. Questi reperti testimoniano la diversa origine dei due nuclei abitativi di Esino Lario, Cres di origine celtica e Piasch romana. Il museo conserva il più antico segno dell'uomo trovato nel territorio delle Grigne. Carlo Maria Pensa racconta il suo ritrovamento.

Sulla Rocca di Baiedo, presso Pasturo, conduceva la sua attività di agricoltore il "Carluscet", fiero della libertà e dell'indipendenza del suo mestiere, attento custode della tradizione. Un giorno, sul mucchio di terra scavato da una talpa vide un sasso diverso, una freccia di selce scheggiata e, comprendendone subito il valore, la portò al allora presidente della Comunità Montana. Questa punta di freccia è probabilmente originaria del Caucaso e con le migrazioni delle tribù nomadi, predatrici, che si mantenevano in quota sulle valli paludose è giunta sino a noi.

La sala degli attrezzi di vita quotidiana contiene strumenti di lavoro utilizzati sino ai primi decenni del Novecento. Vi sono attrezzi legati all'agricoltura e all'allevamento, alla produzione di burro e formaggio, alla filatura della canapa e l'utilizzo della lana. Una ricostruzione del Casel, una struttura tipica montana, permette di osservare come si svolgeva la vita in una baita sui maggenghi dove per tanti mesi si lavorava il latte e si produceva il formaggio.


Museo Ornitologico e di Scienze Naturali L. Scanagatta 

1° PIANO
Ambiente urbano
Tale sala offre una panoramica di quello che generalmente si può trovare in ambiente urbanizzato. Un diorama mostra la disposizione dell'avifauna predominante in tale ambiente ricostruendo una stagione ideale per lo stanziamento di migratori.
Ambiente palustre
Tale esposizione è rappresentativa di un ambiente di zona umida con rappresentazione scenografica di tale area. La fauna ivi compresa è tipica di una fase di transizione migratoria con esemplari stanziali di questo ambiente.
Ambiente pedemontano e montano
In questa Sala vengono esposti i rappresentanti di un ambiente boschivo, di aree di transizione di bassa quota ad arrivare ad un ambiente roccioso di falesia, dove la nidificazione è essenzialmente realizzata da avifauna rapace
2° PIANO
Evoluzione e strategie di vita
In questo piano vengono messi in evidenza gli aspetti evolutivi e di strategia di vita attuata dagli organismi (nella fattispecie dell'esposizione maggiormente rappresentati da avifauna) con alcuni esempi di strategie di nidificazione e deposizione delle uova.
"Sala laboratorio dei Sensi"
La Sala – laboratorio dei "Sensi" è un locale adibito all'insegnamento dell'educazione ambientale su tutti i livelli (dall'insegnamento ludico - ricreativo a quello più scientifico per i livelli superiori). Tale sala è fornita di attrezzature specifiche da laboratorio che hanno la funzione di far comprendere le molteplici fasi di scambio tra "sistema ambiente" e "sistema uomo".Il laboratorio inoltre è attrezzato per offrire un pacchetto didattico a persone fisicamente disabilitate (anche portatori di cecità e sordità) proprio perché essendo una "Sala dei Sensi", si cerca di sviluppare questa alternativa per far apprezzare il mondo naturale sviluppando capacità emotive basate soprattutto sul tatto e l'olfatto.


Giardino Botanico di Villa De Ponti 

Il Giardino Botanico di Villa De Ponti a Calolziocorte ospita in un ettaro di superficie circa 500 specie differenti, autoctone ed esotiche, spontanee e coltivate, quasi tutte denominate, con esemplari che hanno poche settimane di vita ed altri secolari. Ogni specie ha una storia che rimanda a origini lontane e un ciclo di vita che si svolge sotto i nostri occhi.
Già parco di villa storica, una volta acquisito dalla Comunità Montana è stato aperto al pubblico, arricchito di collezioni botaniche inserite nell'impianto architettonico storico e convertito in spazio di interesse museale. Nei momenti migliori, offre quinte arboree imponenti, belle fioriture, possibilità di passeggiate e soste rilassanti, occasioni per apprendere aspetti più o meno noti e curiosità sul Regno delle Piante.
L'architettura della Villa e del Parco è di tipo eclettico d'inizio Novecento con qualche richiamo al gusto liberty. La quinta degli alberi storici destinati a diventare monumentali, faggi, platani, tigli e cedri, isolano il Parco dal contesto urbano, e formano le pareti verdi di una casa vegetale all'aperto.
La maggior parte delle specie del Giardino Botanico appartiene alla flora legnosa, le piante con robuste strutture di sostegno che permettono lo sviluppo sia in altezza che in larghezza alla ricerca della luce. Tra le autoctone vi sono specie che dominano o dominerebbero molti degli habitat della Valle San Martino, tra i quali il carpino nero, il frassino minore, l'acero di monte, il frassino maggiore, il faggio, corredati dagli arbusti tipici come il corniolo, l'evonimo, la lantana, il nocciolo, il pallon di maggio ed altri ancora.
Come molti parchi storici, il Giardino Botanico è ricco di conifere, in particolare nella valletta a sud est dell'edificio. Ai cedri,e agli abeti rossi originari, sono stati aggiunti tassi, pini, sequoie, sequoiadendri e metasequoie, cipressi e falsi cipressi, ginepri, cunninghamie, sciadopiti, tsughe, thuje.
Il parco offre occasioni di scoperta anche a chi è alla ricerca di specie esotiche insolite, come Styrax japonica, Caesalpinia gillesii, Fothergilla major, Disanthus cercidifolius, Corylopsis pauciflora, Sycoparrotia semidecidua, Dipelta ventricosa, Viburnum x carlcephalum, Elsholtzia stauntonii, oltre alle più comuni parrotia, davidia, liriodendro, pterocaria, fremontodendro, melia, evonimo alato, pittosporo nano, aceri orientali ornamentali e un eucalipto colonnare in forte crescita. Un settore è dedicato alle piante utili all'uomo, officinali, aromatiche e da frutta, mentre un'aiuola ospita mediterranee come il lentisco, la ginestra, il cisto, una insolita varietà bianca della valeriana rossa. Tra le erbacee, crescono una collezione di emerocalli, acanti, platycodono, liriope, tulipani, echinacee, iris del gruppo 'Barbata Alta' dalla fioritura spettacolare tra aprile e maggio.
Il percorso autoguidato è facilitato da 12 grandi pannelli che introducono alcuni dei principali temi che danno il Giardino Botanico.

Il Giardino Botanico per l'educazione.
Il Giardino Botanico di Villa De Ponti è uno strumento a corredo del curriculum scolastico e dell'educazione permanente che può essere adottato per fare acquisire una mentalità scientifica e attenta alla ai fenomeni biologici attraverso l'osservazione, l'ascolto, l'esplorazione, la sensorialità, il gioco.
Il Giardino Botanico è in grado di stimolare la curiosità e di indurre emozioni positive legate alla scoperta della natura. I temi affrontabili sono legati al vasto Regno delle Piante, alla biodiversità e al suo legame con l'uomo, alla sostenibilità e alla conoscenza dell'ambiente. Nel parco vi sono condizioni privilegiate per imparare ad osservare, riconoscere e classificare le piante, individuare gli adattamenti, scoprire i bioritmi, integrare conoscenze che aiutano a comprendere la complessità in cui siamo immersi.
A tale scopo sono elaborati annualmente specifiche proposte promosse dalla Comunità Montana e dall'Ecomuseo della Valle San Martino,con i quali è possibile concordare iniziative che nascono direttamente dalle scuole o da altri soggetti.